giovedì 27 agosto 2009

La filosofia secondo Emanuele Severino

L'articolo di E. Severino "La chiave per capire la crisi" apparso sul Corriere della sera del 21 luglio 2009, è un invito alla riflessione. Il titolo è riduttivo perché l'autore vede:- nella filosofia l'interprete della manifestazione originaria del mondo e la pone a fondamento della potenza e dell'agire dell'uomo;- nella tecnica , come essenza vincente e nascosta della filosofia, la ragione del declino del capitalismo, della democrazia come pure delle religioni e delle passate ideologie;- nella unità unificante della tradizione filosofica la sola possibilità di spiegare la crisi economica.Afferma: "Ogni forma di pensiero e di azione hanno il loro fondamento nella manifestazione originaria del mondo" ed ancora: "…la filosofia è stata fin dall'inizio l'interprete della originaria manifestazione del mondo…. ha reso possibile e determinato la potenza, cioè l'agire dell'uomo: agire politico, morale, economico, artistico, religioso e dunque anche l'agire tecnico scientifico". Tuttavia, per interpretare la manifestazione originaria del mondo bisogna prima supporne l'esistenza e certamente la filosofia, sin dai primi istanti, ha cercato delle risposte partendo anche da questa premessa. In realtà pensiero ed azione potrebbero non essere l'espressione e non avere fondamento in una manifestazione originaria del mondo ma essere esse stesse manifestazioni del mondo. Il mondo cioè non si sarebbe manifestato unitariamente, comprendendo ogni tempo, ma temporalmente e episodicamente. La filosofia non aveva ancora fatto la sua comparsa ma possiamo essere certi che in ogni tempo ci sono state presenze capaci di dare una loro interpretazione della realtà cercando risposte in grado di consentire il loro adeguamento ad un ambiente che si andava, di volta in volta, rivelando. Forme e strutture semplici si sono così evolute in forme e strutture sempre più complesse preparando e consentendo la comparsa dell'uomo, della mente e dell'intelligenza umana. È così che il mondo continua a manifestarsi.Ogni manifestazione determina nuove relazioni e ogni relazione richiede una risposta globale, di sintesi. In riferimento all'uomo mi sembra, perciò, riduttivo considerarlo soltanto sotto l'aspetto delle sue capacità cognitive e razionali. È vero, la filosofia è alla base del pensiero e quindi anche delle discipline scientifiche, dello sviluppo della tecnica, dell'arte e così via. Determina anche lo sviluppo delle civiltà ma non sa impedirne il logoramento, il crollo, e qualche volta la definitiva scomparsa. Il comportamento umano ha molte componenti irrazionali e molto spesso sono queste a prevalere. Sensazioni e bisogni primari provocano reazioni istintive; le conoscenze tecniche sono sovente utilizzate a fini di gratificazioni personali e di parte che nulla hanno a che fare con la potenza e l'agire dell'uomo in quanto tale. La filosofia è forse alla base della potenza dell'uomo ma non è cosi scontato che sia la sola a determinarne l'azione, a meno che si attribuiscano alla filosofia anche le componenti irrazionali istintuali ed egoistiche che hanno un impatto devastante sulle cose del mondo.L'interpretazione della manifestazione originaria del mondo è solo uno dei campi di ricerca per mezzo dei quali la filosofia cerca una risposta sull'origine dell'universo. Lo fa in un contesto unitario prendendo in considerazione la totalità dei fenomeni, così come fanno le religioni, anche se quest'ultime non credono nella manifestazione originaria ma nella creazione del mondo. La scienza osserva, invece, le singole manifestazioni; isolando il campo di osservazione, cerca regolarità all'interno di determinati contesti e ne ricava leggi di natura: il problema filosofico e teologico delle origini rimane sullo sfondo ma non riceve risposte di natura scientifica. Fino all'avvento della meccanica quantistica ogni evento doveva avere la sua causa in un evento precedente. Questo assioma di causalità sembrava dar credito alle teorie creazioniste ma Heisemberg con la scoperta dell'indeterminazione quantistica ha modificato la nostra percezione della realtà. Gli eventi sembrano godere ora di un margine di libertà che li rende più o meno probabili o addirittura impossibili e questo sembra introdurre un certo grado di casualità che rimette la palla al centro tra i filosofi della manifestazione originaria casuale e i creazionisti.È possibile in questo modo arrivare alla verità?Dice Severino "Per motivi che restano per lo più celati alla coscienza che il nostro tempo ha di se stesso, il tramonto della concezione tradizionale della verità è inevitabile. È quindi inevitabile il tramonto del senso tradizionale di causalità" ma se il nesso di causalità non può più costituire una "verità necessaria" non è detto che si debba assumere come verità necessaria il concetto opposto della casualità del mondo e dunque della sua manifestazione originaria.L'indeterminazione di Heisemberg concede alle particelle elementari che compongono il nostro universo una limitata libertà di movimento non una libertà assoluta. E come se ognuna sapesse che deve muoversi e cercare possibili relazioni con una infinità di altre presenze ciascuna con un proprio spazio e un proprio tempo in cui muoversi. Questo non comporta la definitiva scomparsa del concetto di causa ma concede alle particelle una certa autonomia di comportamento direi quasi una autonomia responsabile da cui dipende l'esito delle strutture che emergono dalle loro relazioni. Non c'è alcun progetto; solo un principio che condiziona i loro rapporti. Le strutture che si formano sono come la tela di un ragno: un insieme di trame che hanno successo solo se seguono l'ordito."La manifestazione del mondo - insiste Severino - è invece il tutto di cui anche i fenomeni scientifici, quelli mentali inclusi, vengono a far parte. E la manifestazione del mondo include ogni tempo".Come può il tutto manifestarsi? e a chi? Manifestarsi significa entrare in relazione: con chi può entrare in relazione il tutto? Non con le sue parti che diversamente dal tutto hanno una dimensione spaziale e temporale. Forse con altri mondi ma in questo caso non sarebbe più il tutto e tornerebbe ad essere una parte. Se è una parte ha una esistenza finita, non può includere ogni tempo ma il suo tempo. Se invece è il tutto e include ogni tempo, allora, è senza tempo, è eterno ed immutabile. Eterno ed immutabile è solo Dio o un Principio che emani da Dio.Un principio può entrare in relazione con il mondo, manifestarsi e proporsi senza subire mutazioni e cambiamenti, può entrare in relazione senza la necessità di rapportarsi e pur non imponendosi può obbligare il mondo a rapportarsi ad esso. Proprio da questa relazione può avere origine il tempo e il divenire, il carattere mutevole e transeunte delle cose ma anche il progressivo maturare di coscienze e menti evolute.Forse, allora, non esiste una manifestazione originaria del mondo, né una mente originaria perché originario e senza tempo può essere solo Dio o il nulla. Ma solo da Dio può emanare un principio creativo; non necessariamente un inizio che è difficile immaginare possa emergere da un essere atemporale, piuttosto una inesauribile inestinguibile e continua riproposizione.Severino vede il "piano inclinato" lungo il quale scivolano le ideologie di questo tempo compreso il capitalismo, la democrazia e le religioni. Considera responsabile di questa inclinazione la tecnica in quanto "essenza vincente e nascosta della filosofia che porta all'aumento indefinito della potenza" Abbiamo già visto che a determinare l'agire dell'uomo è anche e soprattutto la sua avidità. Il suo desiderio di potenza si alimenta con l'accumulo di ricchezza più che con il pensiero filosofico. Capitalismo e democrazia si indeboliscono proprio perché i contenuti razionali del pensiero non riescono a contrastare la potenza e la forza del denaro e delle oligarchie che con esso si alimentano. È questa la dinamica che determina l'inclinazione del piano ed è sempre questa dinamica a favorire lo sviluppo della criminalità organizzata. La tecnica non c'entra nulla in questo contesto: rimane uno strumento neutrale che può essere usato per il meglio o per il peggio; nelle mani di oligarchie criminali diventa estremamente pericolosa non solo per il capitalismo e la democrazia ma per l'uomo e per l'ambiente in cui vive.Non è detto che il capitalismo debba durare in eterno e che la democrazia non possa trovare forme di rappresentanza e partecipazione migliori di quelle attuali ma il piano inclinato si può raddrizzare solo se si crede, non tanto nella forza della ragione che trova sempre qualche motivo di discriminazione tra gli uomini, ma in un principio di solidarietà e fratellanza, in carenza del quale la tecnica può solo fornire ulteriori alibi al dominio dell'uomo sull'uomo.In riferimento alla crisi economica Severino afferma:"Le discipline scientifiche che la prendono in considerazione non possono coglierne il significato appropriato: sono forme di specializzazione scientifica, dove viene metodicamente isolata una certa parte del terreno in cui essa si trova e assume la configurazione che le compete" Niente di più vero, occorre una comprensione unitaria del tutto, come può fare la filosofia, ma anche una filosofia che non consideri un principio etico è destinata a fallire.

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