lunedì 28 novembre 2011

MONTI: SCELTA GIUSTA?

MONTI: scelta giusta?
Monti ha già fatto molto per distruggere il credito che aveva. Forse non ha capito che il Presidente della Repubblica lo ha scelto per gestire l’emergenza e che l’emergenza non si può gestire con le solite procedure. Tutti pensavano che se lui era il prescelto forse sapeva già cosa fosse necessario fare per aiutare il paese ad uscire dall'emergenza. Ci si aspettava che agisse con tempestività e non fossero necessari altri richiami dell’ineffabile Sarkozy o della Merkel, richiami che gli italiani percepiscono come una umiliazione. Se aveva delle idee doveva manifestarle, tradurle in provvedimenti ed imporle al parlamento. Meglio una bocciatura, governo a casa e addio piuttosto che interminabili trattative, lunghe attese, provvedimenti arrangiati e in ritardo rispetto agli eventi. Se il parlamento che si è dimostrato inadeguato (inadeguato è già un eufemismo, bisognerebbe dire irresponsabile) avesse confermato le sue attuali carenze saremmo precipitati nell’abisso cui eravamo destinati ma almeno avremmo capito, senza ombra di dubbio, che era giunta l’ora di una resa dei conti. Recuperi il tempo perduto, tratti alla pari e con dignità con gli altri leader europei che non sono senza peccato, agisca con equità, perché senza equità non si possono imporre sacrifici, e dimostri che la fiducia in lui non era mal riposta.
ivo fava – li 28/11/2011

martedì 15 novembre 2011

COSA AUSPICARE PER L'ITALIA E L'EUROPA

COSA AUSPICARE PER L’ITALIA E L’EUROPA
Il Presidente del Consiglio incaricato è tale solo perché i partiti hanno dimostrato la loro inadeguatezza al punto di non saper indicare una maggioranza parlamentare, un leader e un programma in grado di farci superare le gravi difficoltà del momento. Alcune forze politiche hanno preso atto del problema e hanno delegato questo compito, promettendo il loro sostegno senza condizioni, al Presidente della Repubblica. Lo hanno fatto al fine di consentire un momento di riflessione che ci faccia uscire dal tunnel in cui ci siamo infilati. Altre che, per le loro esitazioni e i loro contrasti, hanno dovuto rinunciare a proseguire nel governo del paese, pretenderebbero ora di dettare le condizioni per un loro sostegno. Altre ancora si sono, aprioristicamente, rifiutate di farlo. Il Presidente incaricato non deve mostrare le stesse esitazioni, non deve indugiare per ottenere la loro approvazione o partecipazione, non deve farsi dettare le regole o restrizioni ma semplicemente formare subito una compagine governativa, indicare le soluzioni, del resto già chiaramente individuate, e proporle per l’approvazione. Il Parlamento le approverà ma se non lo farà, o per lo meno chi si rifiuterà di farlo, si assumerà la responsabilità dell’abisso in cui sprofonderemo e alla fine ognuno di noi saprà chi ringraziare.
L’Europa pretende dall’Italia comportamenti virtuosi; anche gran parte degli italiani lo vogliono. Lo pretendono in particolare i governi di Francia e Germania i quali però stentano a riconoscere che questa Europa non ha strumenti idonei per contrastare la crisi che sta vivendo. Al contrario non fanno nulla o molto poco per individuarli. Le soluzioni che propongono dimostrano solo la loro inadeguatezza, peggio la loro fuga dalla realtà. Forse manca la capacità o forse la volontà di affrontare il toro per le corna. Pensano al fondo salva stati ma non riescono e definirne le dimensioni. In realtà questo fondo è una misura tampone di cui non si conosce la reale efficacia. Quando la Merkel afferma che occorre modificare il trattato di Lisbona creando un sistema di sanzioni automatiche bisogna pensare che qualcosa si sia inceppato nel meccanismo cerebrale di chi lo propone. Quali sanzioni dovrebbe subire la Grecia (per averci raccontato delle frottole ed aver allegramente sforato il rapporto deficit/pil concordato) alla quale stiamo, al contrario, erogando un programma di aiuti? Se un paese è in grave difficoltà come si può pensare di salvarlo con un sistema sanzionatorio che aggrava le sue difficoltà? Ci sarebbe una sola sanzione possibile: abbandonare il paese al suo destino e farlo uscire dall’Europa ma in questo caso che cosa sarebbe mai l’Unione? Le soluzioni che non si vogliono vedere sono: un vero parlamento, un vero governo, una vera magistratura europea, una banca europea indipendente e di ultima istanza in grado di battere moneta. Oltre a questo: maggior decisione nel contrastare una finanza creatrice di gravi squilibri nella distribuzione della ricchezza, per favorire e sostenere produzione e lavoro.
Ivo Fava – 15/11/2011