giovedì 7 ottobre 2010

MATEMATICA, LEGGI NATURALI, PRINCIPIO ETICO

MATEMATICA, LEGGI NATURALI
E PRINCIPIO ETICO

Gli scienziati si chiedono spesso il perché di certi numeri.
Perché il protone, l’elettrone, i quark hanno i numeri che hanno? Perché le loro masse e cariche elettriche sono esattamente quelle necessarie a giustificare il nostro universo? Perché ci sono delle costanti cosmiche di massa, lunghezza, tempo, temperatura che hanno esattamente quelle dimensioni? Perché esistono precisi rapporti di forza che insieme determinano tutte le strutture che conosciamo e i loro movimenti? Ed infine le costanti sono veramente costanti?
Forse la matematica è per la natura quello che il linguaggio è per gli uomini: sia l’una che l’altro consentono l’elaborazione di pensieri in grado di immaginare e realizzare strutture complesse, o determinare regole: leggi naturali fondate sulla matematica e umane fondate sul diritto. Nel farlo, sia la natura che gli umani, godono di una certa autonomia e tuttavia le leggi devono avere forma e sostanza in grado di consentire strutture non conflittuali che possano evolversi positivamente, senza regredire o determinare la propria fine. Le leggi umane possono cambiare, quelle naturali sembrano eterne. Certo gli scienziati fanno fatica a seguire le elaborazioni della natura: i loro pensieri fluiscono in pochi secondi, quelli della natura richiedono tempi cosmici di miliardi di anni. Con questi tempi come facciamo a sapere se quei numeri sono stabili? Se le costanti sono definitive? Ogni ipotesi sulla durata e sulla fine del nostro universo dipende dalle risposte a questi perché, ma se l’universo e gli umani sono arbitri del loro destino allora entrambi devono prendere in considerazione la possibilità che esista un principio etico a cui fare riferimento nella ricerca di un equilibrio giusto e duraturo.
Ivo Fava – li 04/10/2010