lunedì 14 luglio 2014

TRA RAGIONE E FEDE

RAPPORTO TRA RAGIONE E FEDE
La fede non e un ostacolo ad una visione laica del mondo

Claudio Magris (sul Corriere della Sera del 17 gennaio 2008) sostiene che laicità "è essenzialmente la capacità di distinguere ciò che è dimostrabile razionalmente da ciò che è invece oggetto di fede". Emanuele Severino (sul Corriere della Sera del 6 febbraio s.a.) sostiene che laicità non è una forma mentis ma "filosofia". Le costruzioni filosofiche , però, non sono razionalmente dimostrabili ma solo assunzioni su basi razionali, giustificate da ragionamenti logici che non escludono approdi fideistici. Laicità perciò e accettare l'oggettività scientifica , accogliere il metodo filosofico e usare la logica per cercare sia risposte che possono essere dimostrate razionalmente sia verità nascoste, non falsificabili, che possono approdare su posizioni agnostiche come pure ad una fede.
Laicità, dice Magris è anche "dubbio" ma il dubbio, sostiene Severino, rivolto anche alle proprie certezze mette in discussione la distinzione tra ragione e fede oppure diventa scetticismo e relativismo. In verità il dubbio è sempre lecito perché scienza, filosofia ed ogni altra branca del sapere, anche quando credono di interpretare le leggi della natura, sono in realtà costruzioni umane. Anche l'idea del divino ha molte sfaccettature  e non tutti pensano a Dio nello stesso modo. Affermare questo non significa mettere in dubbio la distinzione tra ragione e fede né approdare necessariamente a forme di scetticismo e relativismo. In realtà filosofi, scienziati, uomini comuni, tutti dobbiamo condividere un principio etico: e questo principio che fa di me un credente ma anche gli agnostici e gli atei possono condividerlo senza mettere in discussione la mia e le loro laicità.
Per Magris la risposta data da Gesù ai farisei "rendete dunque a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio" è un principio laico ma Severino sostiene che "nella logica evangelica le leggi dello stato non possono contrastare le leggi di Dio, devono essere cioè leggi cristiane ". Siamo quindi alla "teocrazia non laicità". Nella logica di Cesare invece, sempre secondo Severino, la religione deve essere controllata dallo stato e quindi abbiamo:"assolutismo, totalitarismo non laicità".
A mio modo di vedere la risposta di Gesù ai farisei va rapportata all'unica vera raccomandazione evangelica. "amerai il prossimo tuo come te stesso". Questa relazione ci aiuta a comprendere l'etica cristiana e il suo rapporto con le leggi dello stato che sono invece consegnate alla responsabilità degli uomini. Il Dio dei vangeli non impone alcuna legge; lascia agli uomini la libertà di decidere i loro comportamenti, ma Cesare deva guardarsi dal fare leggi ingiuste che umiliano ed offendono la dignità umana.
Ivo Fava - Cavarzere, li 08/02/2008

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